Mar 2016

Roma, (askanews) – Ambiente e cambiamenti climatici, pirateria e immigrazione. Queste le problematiche affrontate dalla Cost Action ‘Marsafenet’ sugli aspetti giuridici della sicurezza marittima, coordinata dall’Istituto di studi giuridici internazionali del Consiglio nazionale delle ricerche. A parlarne è Gemma Andreone, coordinatrice del progetto, in occasione della conferenza internazionale ‘Maritime Safety and Security: Future Perspectives’ organizzata nella sede centrale del Cnr a Roma per presentare i risultati del lavoro. “Al Cnr presentiamo i risultati del progetto Marsafenet, che è una Cost Action, un network di esperti sulla security e la safety in mare, che ha lavorato per 4 anni con la collaborazione di più di 80 ricercatori e professori provenienti da 23 Paesi europei e non europei”. Diverse le tematiche affrontate dai ricercatori in questi 4 anni, spiega Andreone: “A partire dall’ambito della protezione ambientale marina fino a quello dei crimini commessi in mare e della tutela dei mari fragili, come sono anche l’Artico e il Mediterraneo”. In relazione alla biodiversità marina, ci si interroga su come disciplinare le aree al di là delle giurisdizione nazionale per le quali “si sta aprendo un negoziato in seno alle Nazioni Unite per capire in che modo le risorse al di là della giurisdizione nazionale, e quindi in alto mare, dovranno essere regolamentate”, spiega Gemma Andreone. Quanto all’Italia, tra le questioni che secondo la coordinatrice del progetto andrebbero affrontate, quella della mancata adozione di una Zona economica esclusiva. “L’Italia nel 2011 si è dotata di una zona ecologica oltre le 12 miglia nautiche del mare territoriale soltanto nel mar Ligure, nel Tirreno e nel Mediterraneo occidentale. In questo modo può effettuare protezione ambientale ma non ha ancora esercitato tutti i poteri che il diritto internazionale consente, quindi non ha ancora proclamato una Zona economica esclusiva che permetterebbe, ad esempio, di riservare la pesca ai soli cittadini italiani o comunitari. Ancora di più il problema si pone invece nell’Adriatico e nello Ionio dove non è stata creata nessuna zona oltre il mare territoriale e quindi a 13 miglia dalla costa non abbiamo nessun tipo di protezione neanche ecologica” conclude Andreone.

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