Ott 2014

Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto di inquinamento atmosferico del Cnr (Iia-Cnr) e Rosamaria Salvatori, ricercatrice Iia-Cnr, in collegamento dall’Artico, sono gli ospiti di Mario Tozzi a ‘Talk scienza’.

Perché si va a studiare l’inquinamento atmosferico anche al Polo nord? “La ricerca in aree polari è molto importante perché attiene la dinamica degli inquinanti a scala globale. Molti inquinanti hanno dei tempi di residenza  in atmosfera così lunghi che le emissioni di un paese possono avere impatto su paesi molto distanti”, sostiene Pirrone. “Quindi è molto importante comprendere, in una zona lontana da tutto, i meccanismi di trasferimento di certi inquinanti e in quali condizioni ambientali”.

“In particolare, ora stiamo verificando quale è la capacità della neve di riflettere o meno la luce del sole a diverse lunghezze d’onda, chiave di lettura importante per capire soprattutto quanta neve c’è e dove è distribuita” aggiunge Salvatori.

Ma cosa significa, per un ricercatore, lavorare in condizioni estreme? “I primi tempi era un po’ più complicato, ora c’è internet, il telefono in base, in qualche modo la famiglia è vicina. E comunque il clima di Ny-Alesund è particolare, trovarsi in un ambiente di ricerca internazionale, condividere l’esperienza professionale e umana in un posto come questo è veramente formativo. E poi c’è la natura che ci regala spettacoli sempre diversi, non è tutto bianco, in certi momenti del giorno il bianco della neve sfuma in altri colori, le renne che passeggiano, le foche in lontananza, un’emozione incredibile!”, conclude Rosamaria Salvatori.

 

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