Mar 2020

Stiamo vivendo un tempo di rigore dovuto all’emergenza sanitaria che ci costringe, per il bene di tutti, a fare dei sacrifici. Bisogna rinunciare alle uscite, alla maggior parte degli spostamenti lavorativi, ai servizi che non siano di prima necessità e agli orari e impegni cui eravamo abituati. Un quadro come questo ci porta necessariamente a riflettere sul tema delle astinenze e del digiuno, che in questo periodo si sarebbero dovuti legare alla Quaresima e non all’epidemia. Ne parliamo con Roberto Volpe, medico dell’Unità prevenzione e protezione del Cnr (Cnr-Upp) e Gerardo Battaglia, presbitero della Diocesi di Palestrina, parroco di San Carlo Borromeo in Cave.
Vediamo quali differenze ci sono tra un digiuno fatto per motivi di salute o di moda e uno dettato da motivazioni di fede. In particolare, ci siamo chiesti quanto la Chiesa raccomandi il digiuno – che non è mai totale e che è previsto soltanto il Mercoledì delle ceneri ed il Venerdì santo – e come la scienza veda benefici e rischi dell’astinenza dal cibo.

 

 

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