Mar 2014

Intervista a Maura Misiti, demografa, ricercatrice all’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (esperta in studi connessi all’approccio di genere, in particolare di violenza contro le donne) e coordinatrice di numerosi progetti europei e nazionali. Con Serena Dandini, ha collaborato come autrice ai testi e alle ricerche di ‘Ferite a morte’, che, oltre al libro e allo spettacolo teatrale, è un evento di mobilitazione sociale.
All’Internet Festival le abbiamo chiesto degli stereotipi, dei tanti femminicidi e della Rete come possibile mezzo di riscatto delle donne. E ancora, del dominio maschile e del ‘sogno d’amore’ infranto.
“Nella nostra società non esiste la neutralità, la norma è il maschile. Pertanto l’emergere del movimento delle donne ha turbato degli equilibri sociali profondi, per esempio le ragazze hanno prestazioni scolastiche e universitarie ottime, ma si bloccano nelle carriere. A volte sono le donne stesse che stentano a riconoscere la violenza come reato. Proprio il livello della relazione con il maschile è quello su cui focalizzare subito l’attenzione: è all’interno della coppia e della famiglia che si scatena il meccanismo della violenza, fino all’esito fatale. È necessario riflettere sul ‘sogno d’amore’ romantico per le donne, sulla distorsione che crea questa prospettiva”

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