Nov 2013

Considerato “pensatore post-marxista”, Ernesto Laclau, argentino trapiantato in Inghilterra, è autore di numerosi volumi di filosofia politica.

La sua notorietà, che oggi va oltre i paesi di lingua inglese, comincia a diffondersi anche in Italia. Di fatto Laclau è uno dei pochi filosofi della politica che si rifà in modo sistematico al pensiero psicoanalitico, filtrato dal cosiddetto post-strutturalismo. L’analisi delle egemonie, dell’identità politica, il concetto di emancipazione, il populismo, sono tra i temi principali del suo interesse.

Nel libro “Le Ragioni del populismo”, presentato nel corso del seminario organizzato dall’Istc Cnr, presso la Camera dei deputati, Laclau sostiene una tesi del tutto contro-corrente: il populismo, come di solito lo si considera, non esiste. Ogni movimento o partito politico nasce “populista”, nel senso che viene considerato tale dalle forze politiche tradizionali che già hanno dato un certo assetto logico al conflitto politico.

Il movimento o partito nuovo – quindi “populista” – aggrega in modo inedito domande ed esigenze della ”plebe” (come la chiama Laclau, contrapponendola al “popolo”), articolandole in un modo che appare incomprensibile a chi è aduso a pensare secondo le categorie accettate.

 

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