Gen 2019

La storia della fantascienza ci ha insegnato che si arriva, prima o poi, a un punto di coincidenza con la realtà. Gli esperti dell’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Icar), da tempo studiano e sperimentano algoritmi in grado di rendere i robot sempre più umani nei comportamenti. E’ il caso di ‘Pepper’, una macchina particolarmente versatile nel campo della ricerca scientifica. Più nello specifico l’Icar sviluppa modelli che migliorino le relazioni tra l’uomo e i robot.
Attraverso i paradigmi del cognitive computing (reti neurali, spazi concettuali, spazi semantici, ontologie etc.) si analizzano i vari aspetti legati alla comprensione. E’ possibile in questo modo far analizzare e interpretare le frasi di una persona,  permettendo alla macchina di stabilire un certo sentimento dell’autore sull’argomento.
La robotica sociale si presenta come una realtà che prevede sviluppi in diversi settori applicativi: da quello della educazione, in cui il robot fornisce contenuti didattici, a quello non meno importante e che, anzi, nel prossimo futuro potrebbe diventare un nodo cruciale dei modelli di Stato sociale: l’assistenza agli anziani e ai disabili. E si prevede un robot ‘maggiordomo’ in tutte le abitazioni private.
“Un’enorme opportunità, ma proprio per questo non esente da rischi, soprattutto di tipo etico”, sottolinea l’esperto del Cnr-Icar, Umberto Maniscalco.

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