Lug 2015

Confronto in forma processuale tra Marco Ferrazzoli, Capo Ufficio Stampa CNR e docente di Teorie e tecniche della divulgazione della conoscenza all’università Tor Vergata di Roma, co-curatore di ‘Parola di Scienziato. La conoscenza ridotta a opinione’ (Universitalia), e Mario Tozzi geologo del CNR e divulgatore televisivo, autore di ‘Tecnobarocco. Tecnologie inutili ed altri disastri’ (Einaudi).
Difensori delle parti, rispettivamente, Giorgio Pacifici, giornalista scientifico del TG 2 RAI, e Antonio Cianciullo, giornalista ambientale di Repubblica. Testimoni di parte Roberto Natalini, matematico e direttore dell’Istituto di applicazioni del calcolo del Cnr e Valerio Rossi Albertini, ricercatore dell’Istituto di struttura della materia del Cnr e docente di Chimica-fisica dei materiali presso ‘Sapienza-Università di Roma’. Rossella Panarese, giornalista, autrice, curatrice e conduttrice di RAI ‘Radio 3 Scienza’ , ha svolto il ruolo di giudice in questo ‘processo’ mentre a dare il verdetto finale è stato il pubblico in sala.

L’Imputato Tozzi accusa: “La tecnologia barocca distrugge la bellezza; è complicata e non risolve i problemi, anzi li cronicizza, è diseducativa, è insostenibile”. L’imputato Ferrazzoli contesta: “La competenza dello scienziato è stata ridotta a un’opinione, anzi a un parere. Uno dei tanti”. Da una parte si è illustrato l’eccesso di dispositivi e tecnologie indotto dal marketing, dall’altro il processo di corruzione, banalizzazione e fraintendimento che si verifica nella comunicazione della ricerca scientifica.
Entrambi gli imputati e anche gli altri attori del processo, sono stati comunque d’accordo nell’affermare il ruolo essenziale della ricerca e delle sue applicazioni per lo sviluppo culturale e socio-economico e la necessità di rendere tale processo compatibile con la salvaguardia di un ambiente sempre più compromesso dall’impatto antropico.

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