Ny-Alesund, isole Svalbard, Circolo polare Artico. È qui che il Consiglio nazionale delle ricerche gestisce la base ‘Dirigibile Italia’ in cui, solo quest’anno, si svolgono più di 20 progetti di ricerca che spaziano dalla fisica dell’atmosfera alla geologia, dalla biologia marina alla geofisica. “L’Italia e il Cnr contribuiscono in modo cruciale alla ricerca scientifica in Artico”, afferma il presidente del Cnr, Massimo Inguscio.
Il documentario racconta come ricercatori e tecnici italiani, assieme agli studiosi provenienti da altri paesi, si sforzino di comprendere e contrastare i cambiamenti climatici ambientali studiando il cosiddetto “amplificatore artico”: fenomeni quali la riduzione dei ghiacci, drammatica in termini di estensione, durata e spessore, e lo scioglimento del permafrost, lo strato di terreno ghiacciato che potrebbe liberare in atmosfera entro i prossimi decenni enormi quantità di metano, un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica, l’aumento delle temperature dell’aria e dell’acqua, stimato rispettivamente di 3,0°C e di 4,3°C per decade. Il global warming in Artico si manifesta più rapidamente che nel resto del mondo, il che rende questa zona il “termometro” del pianeta e un laboratorio a cielo aperto di eccezionale importanza.
Alle Isole Svalbard, così come in Antartide, la scienza cerca di tutelare, grazie anche allo status extraterritoriale concesso alle aree estreme del Pianeta, un ambiente al centro di grandi interessi geopolitici ed economici ma straordinariamente delicato, di cruciale importanza per gli equilibri globali.
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