“Tutti noi siamo “pollicini digitali”: ogni giorno lasciamo una quantità enorme di informazioni che, se aggregate, possono offrire una rappresentazione al microscopio della società” ha dichiarato Dino Pedreschi, Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa. Sono le briciole digitali, quelle microtracce che lasciamo in rete, sullo schermo di un telefonino, dentro il gps di una macchina, in una chat o mentre mandiamo i messaggini con emoticon. “I big data spesso parlano di attività umane – ha aggiunto Fosca Giannotti, Responsabile dell’Istituto Isti del Cnr di Pisa – e dunque toccano anche gli aspetti etici e della violazione della privacy. Ci siamo orientati a sviluppare tecniche particolari chiamate ‘privacy preserving’, cioè rispettose degli aspetti della privacy personale”. Proprio perché, riferendosi a Lucio Dalla, “non bisogna aver paura, ma stare un poco attenti” ha chiosato Fosca Giannotti. Questi dati rappresentano un tesoro informativo che permette di misurare la complessità del mondo interconnesso che viviamo oggi.
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