Mar 2020

Esistono gravi patologie croniche che costringono gli studenti a lunghe assenze da scuola, spesso ripetute nel tempo, a volte addirittura permanenti. Già dal 2003, in Italia, è possibile attivare il servizio di Istruzione domiciliare (Id) che permette agli studenti di essere seguiti dai professori direttamente al loro domicilio, per alcune ore alla settimana; tuttavia, l’Id non prevede istituzionalmente il contatto diretto tra la classe di provenienza e lo studente costretto a casa, ostacolando o riducendo una reale ed efficace inclusione socio-educativa. Per studiare possibili soluzioni al problema, nell’ambito di un accordo quadro fra Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), Istituto per le tecnologie didattiche del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itd) di Genova e Fondazione Tim, è stato avviato il progetto Tris (Tecnologie di rete e inclusione socio-educativa) che, nella sua fase sperimentale, ha coinvolto 7 scuole delle regioni Campania, Lazio e Sardegna, 5 studenti non frequentanti, oltre 150 loro compagni di classe e 112 docenti.

“Obiettivo del progetto Tris è quello di definire un setting tecnologico che garantisca, agli studenti costretti alla frequenza da casa, sia il diritto allo studio sia la possibilità di veder realizzata una propria dimensione sociale all’interno del gruppo classe, attraverso una comunicazione informale, che possa far nascere amicizie o anche situazioni di conflitto, che sicuramente in una dimensione a distanza diventa più faticosa e difficile”, spiega Vincenza Benigno, ricercatrice Cnr-Itd.

“La prima esperienza del progetto Tris ha consentito di mettere a punto un modello di cosiddetta ‘classe ibrida’ “, dice Guglielmo Trentin, ricercatore Cnr-Itd e responsabile del progetto, “dove i due spazi fisici, l’aula e l’abitazione dello studente, sono in diretto contatto attraverso adeguate tecnologie quali sistemi di videoconferenza e risorse cloud, oltre agli usuali dispositivi come tablet e webcam”. “In questo modo”, chiosa Benigno, “ lo studente non fruisce passivamente delle lezioni da casa, ma partecipa alla vita di classe, migliorando le relazioni con tutti i compagni”.

L’integrazione della tecnologia nel percorso d’istruzione ha comportato anche un processo di innovazione della didattica nelle scuole coinvolte. “Abbiamo verificato che oltre l’86% dei docenti coinvolti ha cambiato l’approccio nei confronti della propria pratica professionale, passando da una docenza puramente frontale a un approccio più collaborativo, con un beneficio non solo per lo studente a casa, ma per tutta la classe”, conclude Trentin. “Analogamente, tutti gli studenti hanno imparato a lavorare insieme e a usare una molteplicità di strumenti tecnologici in un nuovo ambiente di apprendimento, sia reale che virtuale”.

La seconda fase del progetto ‘Tris’, sostenuta da Fondazione Tim in collaborazione con Cnr-Itd e Associazione nazionale dei dirigenti pubblici e delle alte professionalità della scuola (Anp), prevede, tra l’altro, la realizzazione del primo censimento in Italia degli studenti non frequentanti per motivi di salute e la realizzazione di una piattaforma online per l’erogazione di un corso certificato, sul modello ‘Tris’, accessibile a tutti i docenti.

 

Per info: https://www.progetto-tris.it/

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