Feb 2021

Il Coronavirus, come tutti i virus, è soggetto alle mutazioni. Nonostante queste siano numerose – oggi si riconoscono ben 8 gruppi distinti – gli studi si concentrano su tre varianti. Il perché, come spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm) di Pavia, è dovuto al fatto che tra le varianti “ce ne sono alcune che vanno a toccare la proteina Spike che, come sappiamo, consente al virus di infettare le cellule, ma è anche quella che viene usata per fare i vaccini”. Si tratta di problematiche che possono sollevare alcuni dubbi. In particolare due sono le domande da porsi. La prima è se queste varianti siano diverse dalle altre; la seconda è se i vaccini siano efficaci anche in questi casi.

Per quanto riguarda il primo quesito, Maga afferma: “Sembra che siano più contagiose, il che non vuol dire che volino più distanti o che ‘buchino’ le mascherine. Tuttavia, se entrano in contatto con le nostre cellule, hanno più facilità ad infettarle. Quindi possono causare focolai più rapidi ed estesi. Per questo è importante identificarle, isolando immediatamente i focolai, in modo da evitare che ci siano troppi casi in poco tempo”.

Sull’efficacia vaccinale, poi, l’esperto rassicura: “per fortuna, soprattutto contro la variante più diffusa in Europa, isolata in Inghilterra, tutti i vaccini offrono protezione, anche contro la variante isolata in Brasile e quella in Sud Africa. L’importante è identificare queste mutazioni, nel momento in cui compaiono, per essere pronti ad aggiornare i nostri vaccini”.

 

“Il Cnr risponde” è uno spazio di informazione dedicato alle principali questioni di attualità. Gli esperti dell’Ente mettono a disposizione del pubblico la propria conoscenza con pillole video di due minuti e un linguaggio semplice e diretto.

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