Gen 2020

Public Broadcasting Service (PBS) – Più di un terzo dell’olio d’oliva negli Stati Uniti proviene dall’Italia, che ha mantenuto una reputazione di lunga data per la qualità. Ma la quantità di olio d’oliva prodotta nel sud Italia è in forte calo. In particolare nella regione Puglia si è verificata un’epidemia provocata dal batterio Xylella fastidiosa, identificato per la prima volta dai ricercatori dell’ Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ipsp) di Bari.   “Per diffondersi, la xylella si annida in alcuni insetti vettori, i quali acquisiscono l’agente patogeno da una pianta infetta e lo trasferiscono nelle piante sane, creando focolai infetti a distanze via via sempre maggiori”, dice Donato Boscia, responsabile Cnr-Ipsp di Bari. Ad oggi sono 21 milioni le piante infette, al ritmo di 20 miglia all’anno.  Una soluzione, sulla quale stanno lavorando i ricercatori e che sta dando risultati promettenti, è l’innesto di germoplasma: ” Abbiamo identificato due specie di ulivi che sembrano resistenti alla xyllela”, prosegue Boscia, “prendendo la corteccia del donatore da un albero resistente, gli agricoltori lo attaccano a un tronco afflitto e, se ha successo, lo riportano efficacemente in vita”.

 

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