Gen 2014

Quale sarebbe il futuro del nostro Paese se lentamente non arrivassero più immigrati?

E’ una delle domande a cui risponde il ricercatore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpps-Cnr). nel suo saggio “L’Italia delle migrazioni”, edito il Mulino, in cui analizza dettagliatamente i fenomeni migratori, interni ed esterni, che hanno interessato il nostro Paese dal 1870 fino ai giorni nostri.

Secondo Bonifazi, a seguito della crisi economica che ha interessato i principali paesi europei, si è registrato una diminuzione del fenomeno migratorio verso l’Europa. In Italia, a questa contrazione degli arrivi, si è aggiunto un aumento delle partenze, in particolare dei nostri concittadini verso altri paesi europei. E lo scenario potrebbe ulteriormente cambiare:  i Paesi in via di sviluppo , mantenendo l’attuale trend di crescita, sono destinati a diventare, infatti, a loro volta mete migratorie.

“Le maggiori difficoltà potrebbero incontrarle in questo caso proprio paesi come l’Italia”, sostiene Bonifazi “dove i cittadini in età lavorativa sono destinati a diminuire di 4 milioni di unità tra il 2015 e il 2030 e di altri 7 milioni dal 2030 al 2050, mentre gli ultraottantenni aumenteranno rispettivamente di 1,4 e 2,2 milioni”.

Uno scenario insostenibile senza un adeguato apporto migratorio, per il quale c’è però bisogno che l’Italia mantenga un livello di reddito elevato.

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