Il nuovo centro di ricerca nato nel comune di Fano (PU) si occupa del mondo marino a 360 gradi. Dal microbioma ai cambiamenti climatici, dalla conservazione delle singole specie ospitate, all’importanza dell’utilizzo della pesca in modo sostenibile, senza tralasciare le problematiche del Mar Mediterraneo e quelle a carattere globale. L’intento è di trasformare il Centro in un punto di riferimento per l’ecologia e la biologia marina. Il Fano Marine Center ospita 51 persone, tra ricercatori, tecnici e amministrativi e sorge all’interno del Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Bologna. Tra i partner che hanno sottoscritto l’accordo con il comune di Fano, c’è l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) di Ancona. Gli altri sono la Stazione zoologica Anton Dorhn di Napoli, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Bologna e quella di Urbino. Dalla collaborazione con l’Istituto del Cnr hanno preso il via “alcuni progetti congiunti che hanno prodotto pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, su temi attuali come l’accumulo di sostanze inquinanti negli organismi marini oppure lo studio del microbioma marino”, dichiara Gian Marco Luna, direttore ff del Cnr-Irbim.
La struttura nasce non solo con l’intento di fare ricerca, ma anche di condividerla all’esterno, aprendosi ai visitatori, con un percorso espositivo che si articola in 8 vasche di forme diverse e volumi variabili da 2.000 a 27.000 litri, in grado di ospitare diverse specie di animali e vegetali marini nel loro microhabitat.
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