Gen 2023

(Askanews) – Uno studio scientifico iniziato a fine febbraio del 2020, proprio all’inizio della pandemia, che ha sfruttato la cyber-geografia per creare un vero e proprio atlante del contagio nel nostro Paese. È stato realizzato da Emanuela Casti dell’università di Bergamo e da Andrea Riggio dell’università di Cassino e presentato al Cnr nel corso dell’evento “Oltre la crisi pandemica”.

“È importante dire che ciò che intuitivamente noi avevamo pensato e analizzato durante gli anni della pandemia – ha spiegato ad Askanews Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr – ora è rappresentato in una mappa molto dettagliata e specifica, che mostra, territorio per territorio, come si è sviluppato e diffuso il contagio, incrociandolo con altri dati. È evidente che l’organizzazione anche amministrativa dell’assistenza e tutte le strategie di prevenzione della pandemia non possono che essere basate su questa analisi di precisione. È anche una riflessione importante su come noi abitiamo il nostro Paese”.

Tra gli elementi emersi come decisivi per l’erompere del contagio l’inquinamento record della Pianura Padana, il flusso imponente di pendolari, la carenza in Lombardia di assistenza territoriale e di pronto soccorso e infine la situazione delle Rsa, divenute focolai.

“Oggi l’approccio alla medicina – ha spiegato Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia – è un approccio di rete, che non vuol dire soltanto dal punto di vista molecolare capire quali sono i meccanismi patogenetici. Ma vuol dire andare più a fondo e studiare anche le reti sociali, gli spostamenti delle persone, quindi l’interfaccia tra l’uomo e l’ambiente, che determina per esempio la velocità di diffusione di un virus”.

Dal seminario, che ha visto anche la partecipazione con un messaggio in video del ministro della Salute Orazio Schillaci, è emersa la necessità di individuare una prospettiva transdisciplinare che ridefinisca il rapporto tra i saperi scientifici e una nuova riflessione sull’importanza degli ambienti in cui si vive.

“È importantissimo curare l’ambiente – ha aggiunto Maga – e quindi garantire la salute del cittadino sotto tutti gli aspetti, non soltanto quello medico-assistenziale, ma anche quello dell’ambiente non cui lavora, delle possibilità di spostarsi in sicurezza. Dobbiamo capire che per essere pronti ad affrontare una nuova epidemia dobbiamo ristrutturare non solo il nostro sistema di assistenza sanitaria, ma anche il monitoraggio ambientale”. Con l’obiettivo di evitare che i fatti tragici della primavera del 2020 possano ripetersi.

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