Ott 2016

Proiettato in prima nazionale a Napoli, in occasione della trentesima edizione di ‘Futuro remoto’, il documentario ‘Giallo ocra – Il mistero del fossile di Matera’  che ripercorre la storia del ritrovamento del più grande fossile di balenottera del Pleistocene del mondo. L’opera, scritta e diretta dal giornalista scientifico Renato Sartini, ha ricevuto il patrocinio di varie istituzioni scientifiche italiane tra cui il Cnr, istituzioni locali (Regione Basilicata, Comune di Matera) e dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e Paesaggio della Basilicata.

‘Giuliana’, questo il nome assegnato al fossile per via del lago artificiale di San Giuliano dove fu scoperto l’8 agosto 2006, rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione dell’evoluzione di questi cetacei e dei cambiamenti climatici: della balenottera sono state ritrovate 12 vertebre toraciche con un diametro di oltre 20 centimetri, diverse costole e la pinna pettorale, costituita da scapola, omero, radio e alcune falangi.Tramite uno studio del cranio, si è stimato che il cetaceo fosse lungo più di 25 metri, misure che la rendono il più grande fossile mai ritrovato appartenente all’era del Cambriano, cioè quell’arco di tempo compreso tra 1,8 milioni e 781mila anni fa.

Al momento Giuliana è custodita nel Museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera, città italiana designata Capitale europea della Cultura 2019.

 

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