Da decenni si parla del possibile utilizzo dell’idrogeno molecolare per usi energetici, ma questa possibilità non si è mai concretizzata a causa di numerosi ostacoli tecnici ed economici. Oggi, di fronte alla necessità di una profonda decarbonizzazione del sistema energetico, assistiamo a un rinnovato interesse verso l’idrogeno. La Hydrogen Strategy pubblicata dalla Commissione Europea nel 2020 indica la produzione sostenibile di idrogeno come una priorità di investimento all’interno del piano Next Generation Europe. Alla luce di questo, l’Italia ha recentemente destinato, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e la Resilienza (PNRR), 3.2 miliardi di euro per la ricerca, la sperimentazione, la produzione e l’utilizzo di idrogeno.
La giornata di studio, presso l’Accademia delle Scienze di Bologna, ha fatto il punto della situazione in Italia e nel mondo sulle concrete possibilità dell’idrogeno di giocare un ruolo rilevante nella transizione energetica, confrontandolo con opzioni concorrenti e alternative.
I temi oggetto della discussione sono stati: metodi di produzione, prospettive per lo stoccaggio e il trasporto, idrogeno verde ed elettrolizzatori, distretti e comunità energetiche, utilizzi nei trasporti e nell’industria pesante, impatto ambientale ed economia circolare della filiera dell’idrogeno.
“Abbiamo visto che l’idrogeno costa molto in termini economici ed energetici per essere prodotto, perché non è disponibile in natura. Quindi utilizzare idrogeno per le automobili è una prospettiva che non ha molto senso, perché le auto a batteria per fare gli stessi chilometri consumano 3-4 volte meno energia”, spiega Nicola Armaroli dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr (Cnr-Isof). “Invece la situazione cambia per il trasporto pesante, i camion, gli autobus, i treni, le navi, in un futuro forse anche gli aerei, in quel caso l’idrogeno, o usato direttamente, oppure utilizzato per produrre combustibili sintetici, potrà giocare un ruolo importante”, continua Armaroli.
La giornata ha voluto in tal modo promuovere il dialogo tra mondo accademico, settore industriale e cittadinanza.
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