Ago 2021

Il bosco di Capodimonte a Napoli produce attività di fotosintesi di continuo, essendo costituito da specie sempreverdi. Questo gli conferisce una certa importanza nel quadro dei contributi alla lotta contro l’inquinamento atmosferico. Non è un caso se proprio al suo interno l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iret), ha impiantato una stazione che misura lo scambio di anidride carbonica tra il bosco e la città di Napoli. L’infrastruttura su area verde urbana – unica nel suo genere – fa parte della rete europea ESFRI ICOS (www.icos-cp.eu) che ha come obiettivo la Carbon Neutrality. L’attività dell’Istituto, dunque, oltre che essere fondamentale per la quantità di gas monitorati, persegue la via della decarbonizzazione promossa dal Green Deal, per trasformare l’Europa nel primo continente a impatto climatico zero.

“In questo modo riusciamo a capire il contributo offerto dagli alberi per mitigare l’assorbimento di carbonio, ma misuriamo anche i flussi di altri inquinanti atmosferici, come il particolato, l’ozono e gli ossidi di azoto”, spiega Carlo Calfapietra, direttore del Cnr-Iret.

Lo storico dei dati rilevati dalla infrastruttura – installata nel 2014 – dimostra come in media il bosco, per ogni metro quadrato della sua superficie, assorba 6 kg di carbonio ogni anno, che se moltiplicati per gli oltre 100 ettari dell’estensione dell’area verde, assumono un significato rilevante nell’ottica della riduzione degli inquinanti atmosferici. “Per ogni metro quadrato di suolo abbiamo tra i 5 e i 10 mq di area fogliare che contribuiscono a questi scambi tra il bosco e l’atmosfera”, sottolinea Calfapietra.

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