Gen 2014

Intervista a Michael Bruce Sterling, visionario autore di diversi romanzi di fantascienza e giornalista in cerca di definire e di dare una “forma” al futuro. Lo abbiamo incontrato all’Internet Festival 2013 durante il suo keynote su “I nuovi linguaggi del marketing”.
“Il futuro è una forma di storia che non è ancora successa” secondo Sterling “e non si può veramente cambiare il passato, entrambi però si collegano a quello che facciamo oggi. Se potessimo confrontarci con Cavour – che era un tecno-progressista e un modernizzatore – gli chiederemmo di ferrovie, di finanza, ecc. In Piemonte, dove vivo, c’è una enorme eco del suo lavoro e lì oggi puoi parlare con tutti di broad band e alta velocità, così come allora parlavano della ferrovia”.
E lo scrittore di fantascienza americano ci racconta ben altro e ci dice che “il Web 2.0 è praticamente morto in America, ma ancora molto vivo in Italia, con tutti i suoi valori di connettività orizzontale. La sfida per il Web è la sopravvivenza, all’ombra di nuovi oligopoli verticali americani come Facebook, Apple, Microsoft, Amazon. Loro sono in Internet, ma non sono di Internet, sono semplicemente delle grandi organizzazioni di dati: prendono per sé una grandissima parte dell’energia data da Internet”. E ancora “in Rete è la comunità che domina sul marchio…e i big data sono la base del conglomerato verticale di cui parlavo prima. Oggi è impossibile creare un nuovo Amazon perché in moltissimi anni ha raccolto dati e ha software e capacità adatti per analizzare tutti i digital data a disposizione”.
E quando gli chiediamo se ha senso per il mercato di domini .it una campagna di marketing, Bruce Sterling afferma con sicurezza che “ad avere un dominio .it è decisamente un vantaggio e uno di questi dovrebbe essere proprio la lingua italiana. Non bisogna aver paura se la community domina il marchio: devono essere le persone e non i marchi a invadere l’Italia”. E conclude “è il made in Italy quello che conta”. Così il .it può farcela.

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