Set 2022

Sono stati resi noti i risultati dello studio, coordinato dall’Istituto per le tecnologie didattiche del Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr-Itd, dedicato allo sviluppo delle competenze del pensiero computazionale nella scuola dell’obbligo in 29 Paesi europei. Quando si parla di pensiero computazionale, spesso sono molteplici le definizioni, in questo caso, come spiega Stefania Bocconi del Cnr-Ird, “abbiamo scelto una definizione che mette l’accento sullo sviluppo di quelle abilità che lo studente deve acquisire nell’arco della scuola dell’obbligo che lo rendono capace di risolvere differenti problemi in diversi ambiti, utilizzando le potenzialità al meglio delle nuove tecnologie”. Per incoraggiare queste abilità, molti paesi hanno introdotto l’informatica nel curriculum scolastico. “Su 29 paesi europei che hanno partecipato allo studio, 25 l’hanno in qualche modo già introdotto nel curriculum, 17 l’hanno già introdotto sia alla primaria che alla secondaria di primo grado, quindi a livello obbligatorio. Il trend va in quella direzione. L’Italia sta per decidere di farlo anche se non lo ha ancora fatto”, dice Augusto Chioccariello del Cnr-Itd. Risultano alcune differenze, ma la ricerca ha evidenziato alcuni elementi comuni tra tutti i paesi europei analizzati. Essi riguardano il come si costruisce un algoritmo e lo si utilizzi per risolvere un problema e anche la parte della programmazione, ovvero come tradurre l’algoritmo in un’implementazione che funzioni su un computer.

Gli esperti Cnr evidenziano, infine, come questo tipo di formazione non deve riguardare solo gli alunni, ma si richiede competenza anche da parte degli insegnanti. “Bisogna in parallelo e velocemente formare il corpo insegnanti per questa novità, ma è un percorso di lungo periodo che non si risolve in un anno”, conclude Chioccariello.

Lo studio del Cnr-Itd  “Reviewing Computational Thinking in Compulsory Education: State of Play and Practices from the Field” è stato condotto in collaborazione con European Schoolnet (EUN) e l’Università di Vilnius, Lithuania. Il rapporto finale è stato pubblicato ed è ora disponibile in rete.

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