Mag 2023

Askanews – Duemila ricercatori, la metà donne, e un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025. Nasce il National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, che sarà coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), e che è stato presentato alla Tenuta Presidenziale di Castelporziano, nella Giornata Mondiale della Biodiversità.

Promuovere la gestione sostenibile della biodiversità, che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta: è questo l’obiettivo del Centro. In Italia è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l’Europa, con 60.000 specie animali, 10.000 piante vascolari e oltre 130 ecosistemi. Il Centro nasce per tutelare questa ricchezza.

“Abbiamo circa un secolo di tempo per riuscire a preservare la biodiversità, la natura, il Pianeta e la nostra convivenza col Pianeta e con la natura – afferma Maria Chiara Carrozza Presidente del Cnr -. La natura siamo noi, in un certo senso. Dobbiamo sviluppare le ricerche scientifiche, le competenze e tutte le tecnologie che sono importanti per monitorare, preservare e dare un nome a questa biodiversità, ma un nome come lo diamo con gli strumenti attuali: ovvero con piattaforme digitali che raccolgano dati per lo screening genetico, per biosensori che possono permetterci di valutare lo stato della biodiversità, in un hotspot che è quello del Mediterraneo che è un hotspot della biodiversità”.

Istituito e finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Centro è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Promosso dal Cnr insieme a 49 partner, tra Università, Centri di ricerca, fondazioni e imprese, ha la sua sede centrale a Palermo.

“L’obiettivo del Centro Nazionale di Biodiversità – sottolinea Luigi Fiorentino, Presidente Centro Nazionale Biodiversità – è soprattutto di mettere in rete tutti i ricercatori che oggi già operano su questa tematica fondamentale, soprattutto dopo la costituzionalizzazione della biodiversità. E poi perché ci dà la possibilità di coinvolgere tantissimi giovani, ricercatori e ricercatrici, su questa tematica, che è una tematica di frontiera”.

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