Ott 2022

Il Festival del giornalismo culturale, che si svolge ogni anno ad Urbino,  è giunto alla  decima edizione.

Dal 7 al 9 ottobre negli ambienti del Palazzo Ducale, culla del Rinascimento, si sono avvicendati personaggi del mondo della cultura per discutere intono al tema chiave: “Dal web alla terza. La vita della cultura nel mare della rete”, per riflettere e interrogarsi sul ruolo assunto in questi dieci anni dalla tecnologia nell’informare,  soprattutto in relazione ai nuovi  media come tiktok e i podcast.

“Allora era in corso una profonda trasformazione e il Festival cercava di coglierne significati e direzioni. A rileggere il programma di dieci anni fa, tuttavia, si percepisce ancora una certa centralità della carta stampata, una lateralità, anche simbolica, dell’universo social e del giornalismo online”, spiega Lella Mazzoli che insieme a Giorgio Zanchini ha diretto e coordinato questo evento fin dalla nascita. Per Piero Dorfles, presidente della manifestazione, se è irreversibile la rivoluzione del digitale, è anche vero che si fanno strada testate di piccola foliazione contenenti più riflessioni che informazioni.

Ha aperto il Festival lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio con la lectio magistralis ‘Le parole sono pistole cariche’ durante la quale ha sottolineato come l’uso improprio e decontestualizzato di alcuni vocaboli nella comunicazione rappresenta una minaccia alla democrazia e al senso di comunità di un popolo.

Il Consiglio nazionale delle ricerche media partner del festival, attraverso l’Ufficio stampa, era presente con un filmato dedicato al progetto ‘e-archeo’ che propone una navigazione virtuale attraverso otto siti archeologici italiani.

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