Gen 2021

La Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, ha pubblicato la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Un lavoro coordinato dai Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, atteso da molti anni, che dovrebbe chiudere la questione della gestione dei rifiuti radioattivi, oggetto anche di una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, non idonei ai fini dello smaltimento definitivo.

La Carta non stabilisce in quale punto costruire il deposito, delinea invece le condizioni tecniche per scegliere il luogo in cui costruire il deposito nazionale dei 31mila metri cubi di rifiuti radioattivi, cui si aggiungono circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività, provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, quali sostanze usate per la diagnosi clinica e per le terapie antitumorali. Ne emerge una mappa a macchie che va dal Piemonte alla Calabria, con alcune zone a maggiore propensione, in tutto 67 località. Sovrapponendo i criteri, gli scienziati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Isin), hanno individuato 12 aree ottimali per motivi tecnici, geologici e ambientali: due in provincia di Torino, cinque in provincia di Alessandria e cinque in provincia di Viterbo.

Il deposito nazionale sarà gestito da Sogin e avrà una struttura a matrioska, contenente un parco tecnologico di 40 ettari e due depositi, uno per le scorie a bassa attività, l’altro per i rifiuti a media e alta attività, di 110 ettari complessivi. In 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con i rifiuti già condizionati. Chi accoglierà i materiali verrà risarcito con una compensazione di una quindicina di milioni l’anno, più un contributo aggiuntivo.

Sul sito www.depositonazionale.it, tutte le informazioni del caso. In questo video Mario Tozzi, ricercatore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag), illustra la problematica.

“Il Cnr risponde” è uno spazio di informazione dedicato alle principali questioni di attualità. Gli esperti dell’Ente mettono a disposizione del pubblico la propria conoscenza con pillole video di due minuti e un linguaggio semplice e diretto.

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