Ago 2022

Il Cnr per la prima volta approccia a missioni suborbitali da compiere con strumentazione e personale a bordo. Lucia Paciucci del Dipartimento di ingegneria, Ict e tecnologie per l’energia e i trasporti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Diitet), spiega rischi e peculiarità di questo tipo di missione, che si svolge in condizioni operative estreme.

L’operatore selezionato deve essere idoneo, fisicamente e psicologicamente, allo svolgimento delle mansioni assegnate, dovendo sopportare un notevole stress. Due, tre minuti in microgravità, subito dopo aver subito 4-5 g di accelerazione, infatti, rappresentano una condizione che mette la persona a dura prova. Nulla va lasciato al caso, ma è bene regolare nuovi e specifici protocolli di addestramento e check list per l’analisi approfondita delle operazioni da implementare.

Nel futuro le piattaforme suborbitali dovrebbero diventare dei veri e propri laboratori di ricerca, in cui testare come il fisico umano risente di tale condizione e validare il funzionamento di specifiche apparecchiature che monitoreranno in tempo reale le condizioni dell’ambiente, garantendo la sicurezza degli operatori e la salvaguardia della salute dei civili.

“Con grande orgoglio posso dire che sono stata selezionata come back up dello Space Flag Participant, ruolo che mi ha consentito di poter approcciare in prima persona sia alle visite mediche svolte presso l’Istituto di medicina aerospaziale, che a partecipare, in qualità’ di supervisore, alle attività pre-volo che saranno svolte presso Spaceport America. Il mio ruolo sarà’ proprio quello di supervisionare le attività tecniche di implementazione degli esperimenti a bordo, di concerto con AM e Virgin Galactic e di acquisire informazioni e competenze per le future attività’ che auspicabilmente vedranno il Cnr e i suoi ricercatori, tecnici, tecnologi coinvolti in missioni analoghe” spiega Paciucci.

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