Set 2022

Quando si parla di terremoti, è difficile fare previsioni esatte. Si può essere più incisivi nell’organizzare i soccorsi. Dove sono richieste due qualità essenzialmente: rapidità e interoperabilità. È qui che la scienza dispone di armi migliori per mettere in piedi la macchina degli interventi e di valutare tutte le opzioni di rischio.

Il Cnr, con gli Istituti per la ricerca e l’innovazione biomedica (Irib) e di analisi dei sistemi ed informatica (Iasi), insieme ai Vigili del fuoco e Protezione civile della Regione Sicilia, ha organizzato una giornata di esercitazione e test di apparecchiature e software, da cui poter ricavare dati utili su cui implementare le azioni di soccorso in scenari con disastri di grandi dimensioni. Lo ha fatto nell’ambito del progetto internazionale Search and Rescue, che ha individuato nel sito di Poggioreale il teatro di prova per la prima di sette esercitazioni.

“In particolare, si è lavorato sulla piattaforma di comunicazione, su un sistema di salvataggio ideato appositamente per bambini molto piccoli al di sotto dei due anni di età. E poi su un sistema di sensori in grado di garantire la sicurezza del primo soccorritore”, spiega Fabio Cibella, ricercatore del Cnr-Irib e responsabile dello Use Case 1 del progetto. La particolare apparecchiatura connessa alla piattaforma online invia a quest’ultima, tramite sensori, tutti i dati sanitari dell’operatore che sta svolgendo il soccorso, al fine di monitorare lo stato di salute. Mentre, per quanto riguarda la barella speciale, si tratta di uno strumento innovativo, diverso da quelli standard normalmente utilizzati in questi casi.

In sintesi, l’essere veloci e interoperabili significa seguire un preciso iter: i droni rintracciano le vittime; i vigili del fuoco fanno partire le unità cinofile; si accertano sul campo i parametri vitali che vengono comunicati tramite la piattaforma in Rete, creata ad hoc, mentre il sistema monitora la posizione dei soccorritori ogni 2 minuti, tramite smartphone.

A Poggioreale, tra le rovine della vecchia città, crollata a causa del terremoto nel 1968, i Vigili del fuoco insieme alla Protezione civile effettuano già da alcuni anni esercitazioni e organizzano la formazione per i soccorritori. Grazie a Search and Rescue, invece, scienziati di varie parti del mondo che partecipano al progetto, possono mettere in pratica e verificare l’efficacia reale di ulteriori innovativi strumenti e software durante le operazioni di soccorso. Le rovine del paese vecchio hanno offerto un perfetto banco di prova per simulare le azioni da mettere in pratica, dall’individuazione delle vittime e dei feriti, alla loro estrazione.

A fine giornata le operazioni sono state analizzate sotto ogni aspetto. Le soluzioni adottate si sono dimostrate valide, sia per quanto riguarda l’aspetto della comunicazione sul campo che per la sicurezza del primo soccorritore. Le successive esercitazioni – è opinione condivisa di tutti i partner – non potranno che migliorare il livello fin qui raggiunto.

La previsione dei terremoti, in conclusione, non sarà una scienza esatta, ma la valutazione del rischio, proprio grazie alla scienza, che studia nuovi dispositivi e tecnologie, è destinata a divenire sempre più certa e sicura.

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