Mag 2021

Rai 5 – Lago Lucrino, tra Baia e Pozzuoli. Un evento vulcanico nel 1538 ne modifica radicalmente la morfologia, “Una eruzione che ha distrutto molte evidenze archeologiche, sia nella parte a terra che in quella a mare”, spiega Salvatore Passaro, dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), intervistato per il documentario andato in onda su Rai5, “Baia – I restauri del Parco Archeologico Sommerso”. Questi tesori giacciono ora sui fondali della caldera dei Campi Flegrei, una zona caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, che nel corso dei secoli ha fatto sprofondare l’intera fascia costiera. In quest’area marina l’Ismar sta effettuando alcuni studi, in collaborazione con l’Università del Sannio, che si basano sull’utilizzo di sonde termiche innovative, per misurare la temperatura della colonna d’acqua. “Il risultato che ci aspettiamo – sottolinea Passaro – è quello di monitorare alterazioni del normale profilo di temperatura lungo la colonna, in modo da poter risalire a zone di emissione di fumi”. Lo scopo è, in sostanza, quello di scoprire se al tempo dei romani queste emissioni potessero essere in grado di riscaldare la colonna d’acqua fino alla superficie. “Una delle caratteristiche delle emissioni è quella di non essere costanti, in termini di intensità nel tempo. E negli ultimi due mila anni, probabilmente, possono esserci state variazioni molto più significative, sia in termini di quantità che di temperatura”, conclude il ricercatore.

Il documentario è parte di un progetto più grande, nato dalla collaborazione tra Cnr, Istituto centrale per il restauro e il Parco archeologico dei Campi Flegrei, che si pone l’obiettivo di preservare gli antichi reperti in fondo al mare, attraverso un team multidisciplinare che opera con le tecniche più innovative.

Leave a Reply

  • (will not be published)