Nov 2022

In occasione del ‘World Tsunami Awareness Day’, la giornata mondiale della consapevolezza sugli Tsunami, ricorrenza voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e che si celebra il 5 novembre, Andrea Billi, ricercatore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag), spiega come si genera tale fenomeno naturale distruttivo, sottolineando che anche l’Italia è a rischio ma molto si sta facendo in campo scientifico per la creazione di sistemi di allerta in grado di salvare vite umane.

“Gli tsunami possono essere generati da frane o da terremoti o da esplosioni vulcaniche sottomarine. Poiché sia l’Italia sia il Mediterraneo sono zone ricche di acqua, di mari, ma anche di terremoti, di vulcani attivi e di frane, allora in queste aree rischio tsunami è piuttosto elevato, nel senso che gli eventi di tsunami sono abbastanza rari, ma quando accadono possono essere molto distruttivi”, spiega Andrea Billi, Cnr-Igag.

Alcuni esempi di tsunami in Italia, sicuramente quello del 1908 dello Stretto di Messina, indotto dal terremoto stesso. Terremoto e tsunami fecero insieme circa 80.000 vittime. Più recente, quello dello Stromboli del 2002, durante un’eruzione vulcanica la sciara del Fuoco, quindi la parte nord occidentale dell’isola, crollò a mare, alzando un’onda di alcuni metri, quindi distruttiva, facendo danni sull’isola stessa e nelle aree adiacenti.

“E dunque sia l’Italia sia il Mediterraneo sono aree a rischio tsunami e per questo motivo alcuni anni fa è nata in Italia un sistema di allerta; sulla base di registrazioni sismografiche e mareografiche, siamo in grado di allertare in tempi brevissimi la Protezione civile”, conclude Billi. “Il problema forse è l’ultimo chilometro di allerta, cioè allertare le comunità che vivono sulle coste o addirittura i bagnanti che sostano sulle spiagge durante l’estate. Avvertire quindi questi utenti finali è ancora particolarmente difficoltoso” .

 

“Il Cnr risponde” è lo spazio di informazione in pillole video di due minuti, dedicato alle principali questioni di attualità.

 

 

Leave a Reply

  • (will not be published)