Set 2021

(Askanews) – Una cartografia conoscitiva di base per qualsiasi operazione di gestione delle coste e del territorio sommerso, anche in chiave di energia blu, sia per le attuali tecnologie sia per quelle che si verranno mano a mano sempre più sviluppando in un prossimo futuro. E’ l’Atlante dei lineamenti di pericolosità geologica dei fondali marini italiani, presentato alla Camera dei deputati, che costituisce il principale risultato del Progetto MaGIC (Marine Geohazards along the Italian Coasts), che ha visto il Cnr e tutta la comunità scientifica nazionale impegnati nel campo della geologia marina collaborare per il rilevamento, l’interpretazione e la rappresentazione cartografica secondo standard comuni dei lineamenti di pericolosità dei mari italiani. Come evidenzia Francesco Latino Chiocci, responsabile scientifico del Progetto Magic: “E’ un lavoro che ha visto tutta la comunità dei geologi marini riunita per produrre un documento per la gestione del territorio sommerso. L’Italia ha un terzo di territorio emerso, e due terzi sommersi. In questi fondali, con una geologia molto attiva, ci sono centri vulcanici, faglie, frane, grandi canyon sottomarini che trasportano grosse quantità di sedimento che interagiscono con le strutture che sono sul fondo del mare. Visto il grande sviluppo atteso per l’economia blu di infrastrutture marine, è importante conoscere i georischi nascosti per uno sviluppo sostenibile e sicuro. Questo è il senso del progetto”.
Un progetto finanziato dal Dipartimento di protezione civile con più di 5 milioni di euro. Il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio: “La parte marina, che conosciamo meno, influisce in maniera importante o può influire sull’attività dei rischi del nostro territorio e dopo 14 anni di lavoro del Dipartimento nel progetto Magic, Magic 2 fino alla parte di definizione dell’Atlante. Facciamo quindi un punto sapendo che si tratta di un pezzo di una conoscenza che dobbiamo approfondire”.
Oltre all’utilizzo diretto per fini di protezione civile, il progetto ha l’ambizione di sensibilizzare le autorità pubbliche incaricate della gestione dell’ambiente costiero sui rischi geologici presenti sotto il livello del mare. La presidente della Commissione ambiente della Camera dei deputati, Alessia Rotta: “Quando parliamo dei cavi per la transizione digitale che passeranno sul fondo del mare, così come quando parliamo di energie rinnovabili, o di porti green, dobbiamo conoscere dove andare ad insediare queste innovazioni. Ed oggi l’Atlante ci dice esattamente cosa troviamo dove finora non l’avevamo visto”.
Ma il lavoro di ricerca, che ha visto il Cnr fortemente coinvolto, non si ferma e guarda avanti. Come conferma Fabio Trincardi, direttore Dipartimento terra e ambiente: “Adesso, il prossimo step è riuscire a far capire alla popolazione a quali tipi di pericolosità si è esposti e cosa fare, ad esempio se c’è una allerta tsunami in una determinata zona dell’Italia meridionale soggetta storicamente al fenomeno, non basta dire sta arrivando uno tsunami ma bisogna che le persone sappiano che cosa fare”.

Leave a Reply

  • (will not be published)