Mag 2017

Nei fondali italiani del mar adriatico settentrionale, in particolare nel Golfo di Venezia, sorgono formazioni rocciose sommerse che costituiscono una anomalia geologica rispetto al fondale limoso e sabbioso su cui poggiano. Sono chiamate dai pescatori locali tegnùe, trattenute in dialetto  veneto, perché in quei luoghi si impigliano le reti.  Alte anche 4  metri, sono bio-costruzioni, cioè formate da organismi viventi come  alghe e spugne, e assumono un aspetto simile alle barriere coralline e  perciò sono dette coralligene.

Uno studio multidisciplinare, coordinato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche e pubblicato su  scientific reports, svela l’origine di queste formazioni coralligene.

Nel corso della ricerca, che ha impegnato geologi, oceanografi,  geofisici, biologi di diverse istituzioni, sono state condotte oltre  200 immersioni scientifiche per osservazioni dirette, per rilevamenti  geomorfologici, idrologici e per prelevare numerosi campioni. Uno di  questi, un lastrone di sabbia cementata paragonabile, per i  ricercatori, ad una sorta di stele di rosetta, mostra inglobati dei  gusci di molluschi che hanno consentito di determinare l’età e le  caratteristiche del paleo-ambiente al momento della sua cementazione.

Le analisi radiometriche al carbonio sulle conchiglie hanno datato a circa 9.000 anni fa l’arrivo del mare in quest’area e a 7.000 anni fa la cementazione del lastrone, sul quale i primi organismi bio-costruttori hanno attecchito. Altre analisi di laboratorio hanno evidenziato che le tegnùe si sono  sviluppate lungo strutture morfologiche allungate e sinuose attribuite  ad antichi canali fluviali presenti nella pianura durante l’ultimo  periodo glaciale, circa 20.000 anni fa.

La presenza di costruzioni coralligene sviluppate sopra i resti di antichi canali fluviali cementati non era mai stata osservata prima nel Mediterraneo.

 

 

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