Rai News – A Futuro24 si parla dei 100 anni del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) con la presidente Maria Chiara Carrozza, in collegamento dal suo studio. Con l’occasione si traccia lo stato di salute del Cnr, che in un secolo ha cambiato aspetto, divenendo il maggiore ente di ricerca del Paese. Oggi può contare su una comunità scientifica di 10.000 persone. Numerose collaborazioni con le università e gli altri enti, anche internazionali. Guardando al futuro, grazie agli investimenti del Pnrr potrà consolidarsi in settori strategici come la biodiversità, la quantistica, l’intelligenza artificiale.
Sul rapporto tra ricerca e mondo imprenditoriale, Carrozza si esprime con fiducia, osservando negli ultimi anni un consolidamento, “perché le tecnologie abilitanti, la trasformazione digitale, anche la transizione ecologica, richiedono la collaborazione delle università. Ci sono anche studi che dimostrano che c’è proprio un ritorno delle imprese all’investimento, nell’università e nella ricerca, sia per quanto riguarda i giovani talenti, sia per quanto riguarda le infrastrutture”. Per facilitare il passaggio dalla scienza alla tecnologia, però, è necessario dare importanza alla ricerca di base. “Basti pensare all’intelligenza artificiale. L’origine è legata alla ricerca fondamentale: algoritmi, matematica, reti neurali, supercalcolo. Certo, se poi non ci sono gli investimenti, le competenze di base difficilmente possono dare le risposte alle imprese. Il Pnrr serve a questo, a raccordare gli studi fondamentali e quelli finalizzati”.
Tra gli altri temi di discussione, una riflessione sul gap di genere che ostacola i percorsi di carriera. “È un problema che dobbiamo affrontare, infatti abbiamo un piano attivo con una serie di azioni, proprio per andare a capire dove si fermano e cercare di trovare gli strumenti per il mentoring, per l’accompagnamento e soprattutto per l’analisi dei dati, per capire perché ci sono questi ostacoli”, sottolinea Carrozza.
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