Giu 2025

Dodici istituti, sessanta sedi, oltre duemila tra personale di ricerca e collaboratori. Sono i numeri del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dsstta), riunito ad Ancona per discutere e confrontarsi su clima, sostenibilità e nuove tecnologie. “L’obiettivo è ragionare sui principali temi per progettare insieme, sulla base del piano di rilancio del Cnr, una forte collaborazione. Quindi siamo qui per discutere di geopolitica, di programmi europei, di infrastrutture di ricerca, di supporto ai decisori politici, attraverso l’occhio e l’idea della collaborazione”, dichiara Francesco Petracchini, direttore Cnr-Dsstta. “Una collaborazione da estendere anche agli altri 6 Dipartimenti del Cnr, per affrontare le sfide ambientali e sociali, dall’ambiente e salute, allo spopolamento delle aree marginali, alla transizione ecologica”.

La scienza è anche diplomazia. Tra gli ospiti presenti ad Ancona, Laura Pacifici Noja, addetto scientifico Maeci presso Addis Abeba (ET), attualmente impegnata in un progetto strategico per la gestione delle risorse idriche in Etiopia. Maurizio Biasini, addetto scientifico Maeci a Washington (USA) ha sottolineato come, in un contesto segnato da profondi cambiamenti politici e geopolitici, il ruolo del Cnr-Dsstta, con la sua rete capillare di Istituti e competenze, potrà rivelarsi strategico per rafforzare la cooperazione scientifica e tecnologica con gli Stati Uniti.

Nel 2026 l’ ‘Arctic Circle Rome Forum – Polar Dialogue’ si terrà a Roma. Organizzato in collaborazione con il Ministero dell’università e della ricerca (Mur), il forum si inserisce nel quadro delle iniziative globali dell’Arctic Circle, piattaforma internazionale per il dialogo e la cooperazione sulle tematiche polari. “L’obiettivo è di parlare dell’Artico in maniera multidisciplinare e in un contesto scientifico”, dichiara Agostino Pinna, inviato speciale italiano per l’Artico del Maeci.  “L’Artico è una regione in grande movimento,  in grande trasformazione che, secondo gli osservatori internazionali, diventerà sempre più strategica e cruciale per il futuro del pianeta nei prossimi decenni”.

Ma in un mondo sempre più complesso, la scienza è chiamata a trovare nuove strade per farsi ascoltare. “Bisognerebbe raccontare non soltanto i risultati della scienza, ma anche il metodo scientifico per capire che comunichiamo risultati e non delle semplici opinioni”, sostiene Antonello Pasini ricercatore e divulgatore scientifico dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr.  “Quello che manca è riuscire, come scienziati, a contaminarci con l’altro aspetto: far parlare i due emisferi cerebrali, quello razionale e quello emotivo, perché, purtroppo, non basta la coscienza razionale”

 

 

 

 

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